Tutti i bambini provano gelosia all’arrivo di un fratellino o una sorellina, anche quando non lo mostrano apertamente. Fino ai 7 anni i bimbi utilizzano un pensiero di tipo egocentrico, questo significa che non sono in grado di rappresentarsi idee, pensieri e sentimenti degli altri. Il loro punto di vista è l’unico che conoscono e, fin tanto che si è figli unici, questa prospettiva è ulteriormente rafforzata dal fatto che genitori, spesso anche i nonni, sono totalmente concentrati su quel bimbo soltanto. L’arrivo di un neonato porta con sé la riorganizzazione dell’intera famiglia e per il figlio rappresenta un cambiamento repentino: anche quando i bimbi sono stati accompagnati, durante la gravidanza, all’idea che un nuovo membro arriverà in famiglia, il concretizzarsi di questo evento apre scenari inaspettati non solo per i genitori, che conosceranno giorno per giorno il secondogenito, ma anche per il bambino, che solo in quel momento scoprirà il rapporto col fratello e con la sua nuova configurazione famigliare, nonché i sentimenti che nasceranno. Tra questi la gelosia, un sentimento del tutto normale che deriva dalla paura di perdere le persone amate: il bambino prova gelosia proprio perché ha precedentemente sviluppato un attaccamento verso le figure genitoriali, accudenti, legame che ora teme possa venire meno.

Quali segnali ci manda un bimbo geloso?  

  • Non sempre la difficoltà e il disagio vengono espressi direttamente, tanto più se si tratta di bambini piccoli: spesso si può assistere a comportamenti regressivi, dove il bimbo ripropone comportamenti che si pensava fossero ormai relegati a fasi precedenti, per esempio ricomincia a fare la pipì a letto, chiede il ciuccio dopo averlo già tolto da tempo, ecc. Attraverso questi comportamenti, attuati implicitamente, si fa “più piccolo” e va a ricercare così più attenzioni, più coccole.
  • Un’altra strategia, agita sotto livello di coscienza, è il ritiro emotivo: in questo caso il bimbo smette di mangiare, sembra disinteressato alla famiglia, potrebbe avere incubi o difficoltà a dormire, e così via.
  • A volte il primogenito mostra un eccessivo attaccamento al nuovo arrivato, per esempio lo bacia eccessivamente, lo tratta come un bambolotto, e per i genitori può risultare difficile dire “basta”, porre dei limiti, perché si vede solo l’aspetto di affettuosità e non l’ambivalenza.
  • Frequentemente si osservano anche comportamenti aggressivi, per esempio fa i dispetti al fratellino, oppure lancia giocattoli, morsica, a volte rimprovera verbalmente i genitori, o li accusa, lamentando di trovarli ingiusti o non attenti a lui.

Nonostante le problematicità che possono emergere si può pensare alla situazione di gelosia come una palestra emotiva dove poter allenare e costruire la fiducia reciproca, la tolleranza e l’adattabilità, tutte abilità che favoriscono le relazioni con gli altri, in particolare all’interno dei gruppi: nel prossimo articolo approfondiremo quali strategie attivare per far sì che questo avvenga!

A presto!

Dott.ssa Azzali Sara

Psicologa e Psicoterapeuta a Parma e Fidenza

La gelosia fraterna: come leggerla e riconoscerla?
Share on FacebookShare on Google+Tweet about this on TwitterShare on LinkedIn

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *