Perché è importante curare la crescita emotiva e come educare alle emozioni anche attraverso le proprie esperienze.

Molti di voi leggendo il titolo avranno richiamato alla mente la famosa canzone di Battisti. Il cantante ha provato a descrivere con quella canzone la sensazione di un’emozione. Ma, che cos’è un’emozione e perché sarebbe importante per grandi e piccini poter entrare in contatto con le emozioni?

Scopriamolo insieme.

Partiamo dalla definizione. Dal latino emovère, che significa “trasportar fuori”, “smuovere”, il termine emozione racconta subito il suo carattere di movimento. Spesso tendiamo a considerare le emozioni come qualcosa che “ci capita”. E’ più difficile, soprattutto per le emozioni negative, considerarle come qualcosa che ci rappresenta ,in quel momento. Eppure ogni emozione ha la sua funzione.

Esatto, ogni emozione, anche la più spiacevole ha una sua ragione. Anche se molti non ne sono a conoscenza, quando Darwin teorizzò l’evoluzionismo esso comprendeva anche la sfera emotiva. Le emozioni infatti sono universali, innate, e hanno una base biologica. Si manifestano attraverso la contrazione di particolari muscoli, movimenti corporei percepiti da noi stessi ma anche da altri, soprattutto nel volto, il che rende riconoscibile all’altro ciò che si muove dentro di noi. 

Ma in che modo hanno viene così favorito lo sviluppo dell’essere umano e perché possono essere così importanti per la crescita personale?

Proviamo a considerare tutte le emozioni come delle cartine al torna sole che ci raccontano qualcosa di noi stessi. Così quando prendiamo una decisione difficile e siamo poi in pace, sereni, possiamo ipotizzare di esser riusciti a percorrere la via più coerente col nostro sentito. Ma anche, se a termine di una discussione ci sentiamo ancora arrabbiati o tristi, forse son stati toccati tasti importanti e non abbiamo sviscerato pienamente il problema. Questi sono solo esempi, ma li ho inseriti per fornire qualche immagine di cosa possiamo trarre per noi quando un’emozione ci attraversa.

Vediamo così come anche le emozioni spiacevoli abbiano una rilevanza fondamentale per orientarci nell’assumere decisioni, fare riflessioni, ripensare, progettare noi stessi e la nostra vita.

A volte si ha il desiderio di sopprimere le emozioni spiacevoli, illudendoci che così facendo staremo meglio. Perché questo meccanismo non funziona? Perché le emozioni non sono qualcosa che gli altri, il mondo, ci mettono dentro. Esse fanno parte di noi, pertanto “esistono” anche se noi cerchiamo di evitarle.

Per cui vivere quanto ci attraversa ci consente di “farci guidare” verso un percorso di buona sintonizzazione con noi stessi. Ma non solo. Ci consente anche di non scoraggiarci di fronte l’imprevisto, perché trovare un senso al nostro malessere consente di darci una spiegazione e quindi di dare un senso a ciò che prima non lo aveva.

Per fare questo inizialmente ci serve una guida, del resto nemmeno Dante sarebbe sceso negli inferi se Virgilio non lo avesse accompagnato.

I bambini non sanno automaticamente distinguere e comprendere le emozioni. E, troppo spesso, bambini non guidati nel comprendere il loro stato emotivo diventano adulti in difficoltà a gestire la propria vita emotiva. Questo porta a fare “pasticci” nelle relazioni con gli altri, sul lavoro, o ancora nel capire quale sia la strada migliore per sé. Spesso, quando non si riesce a dare una spiegazione a ciò che proviamo, il mondo rischia di diventare il persecutore responsabile della nostra infelicità, della nostra rabbia, e via dicendo. Come se da queste sensazioni non potesse nascere nulla di buono. Ci si orienta sul “non sentire” piuttosto che sul “comprendere” cosa stia accadendo. Consapevolezza che però diviene indispensabile per sentirci in grado di muoverci verso un nuovo equilibrio.

Per cui è importante accompagnare i più piccoli a comprendere che cosa sono quelle montagne russe che possono attraversarli. Spesso utilizzo per questo metafore metereologiche. Come il sole lascia il posto alle nuvole, poi le nuvole alla pioggia, poi al vento, la nebbia, e di nuovo il sole, così anche dentro di noi le emozioni ci attraversano e cambiano. Ognuna di loro con la sua funzione.

Inizialmente i grandi possono aiutare i più piccoli dando loro conforto, normalizzando ciò che accade. Ma poco alla volta, parallelamente alla crescita e allo sviluppo, è importante aiutare a porsi delle domande. Perché ti senti triste? Come mai sei arrabbiato? Al di là della risposta in sé, il messaggio che passa è “quello che senti ha un senso”. In questo modo evitiamo che stati confusi, senza nome, possano essere catalogati come materiale pericoloso e pauroso, da gettare nel primo cestino che troviamo in maniera da rendere “meno torbida” la nostra giornata. Se invece quelle situazioni possono essere considerate “materiale prezioso”, da utilizzare per capire e scegliere meglio per noi stessi, pian piano quel bambino, quel ragazzo impareranno che le emozioni spiacevoli non fanno così paura.

Una persona che può leggere il suo mondo emotivo diventa così una persona che può scegliere in maniera più consapevole ed egosintonica con sé stessa.

© Dr.ssa Sara Azzali

Psicologa Psicoterapeuta

Fidenza, Via XXV Aprile 1

Parma, Strada Repubblica 61

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