Molti di voi avranno sentito parlare di EMDR, una sigla per nulla nuova ma cui al tempo stesso non si riesce a definire un volto chiaro.
DOVE HO GIÀ SENTITO PARLARE DI EMDR?…. Cosa significa fare terapia EMDR?
Partiamo dalla prima domanda. Manteniamoci ancorati ad eventi molto recenti, attingiamo dalla stampa. Ripensate ad eventi tragici quali sono stati il panico nella discoteca Lanterna Azzurra, a Corinaldo. Oppure il crollo del Ponte Morandi, a Genova.
A seguito di questi eventi molti professionisti son stati attivati per poter trattare il trauma subito dai superstiti e i concittadini toccati dalla tragedia. A Corinaldo, Senigallia e Fano è partita una collaborazione specifica tra l’associazione EMDR Italia e le istituzioni locali. Scopo: sostenere e supportare la cittadinanza, a favore dell’elaborazione di un evento con potenziali gravi ripercussioni sul benessere psicologico delle persone.
In poche righe si intuisce come EMDR e la parola “trauma” vadano a braccetto.
EMDR, dall’inglese Eye Movement Desensitization and Reprocessing, indica un tipo di terapia che utilizza la stimolazione dei movimenti oculari per favorire la comunicazione tra gli emisferi cerebrali.
Infatti, quando si subisce un trauma, tale esperienza viene immagazzinata nella mente ma, a differenza delle altre tracce mnestiche, resta in una sorta di “isolamento”. Le esperienze che minacciano la nostra sopravvivenza fisica o mentale possono quindi essere “congelate”, bloccate in modo da ridurre al minimo l’impatto.
Purtroppo però, questo è solo un palliativo. Il disagio legato non scompare, piuttosto tende a ripresentarsi in maniera inaspettata. A volte basta un piccolo innesco, la sensazione di dejavù, ed ecco che la carica emotiva di paura si rialza velocemente. Altre volte un’esperienza segue a destabilizzarci in maniera sottile ma costante, come una melodia di sottofondo che ci accompagna. Continua agitazione, sensazione di pericolo incombente, incapacità di riposare sono esempi dei sintomi più comunemente esperti.
Il processo che attiva l’EMDR ha una base neurofisiologca, simile a quanto avviene nel sonno REM (la fase in cui si sogna).
Ciò avviene combinando tale stimolazione al ricordo dell’esperienza disturbante.
Ovviamente questo è un processo che va per gradi, attraverso cui si affronteranno diversi ricordi con vari livelli di disagio connesso. Alla conclusione delle sedute la persona ricorda l’evento che lo faceva soffrire, ma la prospettiva cambia. Perché a quel punto il ricordo viene integrato, superato, non costituisce più una zavorra che impedisce di muoversi liberamente nella vita.
Proprio per gli studi che ne sottolineano la potenza, EMDR è Terapia d’eccellenza per i Disturbi Post Traumatici da Stress (potete approfondire al sito http://emdr.it/index.php/lassesment-e-la-gestione-dei-disturbi-specifici-legati-allo-stress/).
Molti di voi si staranno forse domandando quando eluna situazione può essere definita traumatica o meno. Della serie, ho mai subito un trauma? Lo stesso evento è traumatico per tutti?
Risponderò a questi e altri interrogativi nei prossimi articoli. Nel mentre resto a disposizione per domande o curiosità.
© Dr.ssa Sara Azzali
Psicologa Psicoterapeuta
Studio di Psicologia a Parma e Fidenza (PR)