L’adolescenza. E’ una fase della vita ricca di cambiamenti che possono al contempo offrire nuove opportunità e generare aree di vulnerabilità. Lo psicologo può facilitare il normale processo di crescita aiutando il ragazzo a cercare e capire meglio sé stesso, riordinare le proprie esperienze e costruire progetti per il suo futuro. Un po’ tutti gli adolescenti vivono infatti una sorta di rottura con un mondo infantile che, con gioia o con dolore, viene lasciato alle spalle. Scoprire chi si è, riassestare la propria quotidianità, operare scelte può apparire banale a chi guarda questa fase con gli occhi della vita adulta, ma basta pensare alla propria adolescenza per ricordare quanto anche le decisioni più semplici possano risultare complesse o deludenti, quanto ci si possa sentire “persi”, a partire dalla scelta della scuola superiore, lo sport, quali amici frequentare e la paura di non piacere, concludere una relazione di coppia, decidere il corso universitario o l’inizio del lavoro.

 

I genitori. Per i genitori può risultare difficile accompagnare gradualmente i ragazzi nella crescita mantenendo una funzione educativa e di appoggio ma, al tempo stesso, permettendo ai figli di ampliare i margini di libertà e autonomia: nello stabilire nuovi equilibri possono nascere conflitti che in una certa misura sono funzionali alla crescita e al cambiamento, ma che possono anche sfociare in escalation senza punti di incontro o, viceversa, in lunghi silenzi, condizioni entrambe di grande frustrazione e disagio sia per i genitori che per i figli.

Lo psicologo può intervenire analizzando insieme ai genitori le difficoltà incontrate nella quotidianità e a creare insieme nuove letture e modalità di dialogo nel rapporto col figlio.

 

Per quali situazioni, per esempio, può essere utile rivolgervi allo psicologo?

  • orientamento nelle scelte importanti (scuola superiore/università, ripensamenti della scelta già effettuata, ecc.)
  • sostegno in situazioni scolastiche difficili (mancanza di motivazione a proseguire/eccessivo perfezionismo, problemi col gruppo classe, timidezza, ansia che compromette il funzionamento, bullismo)
  • affrontare situazioni di ritiro/isolamento
  • comportamenti a rischio (assunzione/abuso di sostanze, autolesionismo, rifiuto del cibo, ecc.)
  • migliorare la consapevolezza delle proprie emozioni, comprendere e gestire sesazioni di tristezza, ansia, paura, di svalutazione di sé stessi
  • educazione alla sessualità e all’affettività, per vivere più consapevolmente questi aspetti
  • diminuzione degli stati di tensione nella famiglia generati da conflitti e scontri, ricerca di canali di comunicazione efficaci
  • migliorare le capacità di comunicazione all’interno della famiglia
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