Sfogliavo le notizie online quando mi sono imbattuta in un titolo di giornale che sottolineava la pericolosità dell’utilizzo di smartphone, soprattutto nell’adolescenza.
Si tratta di un rischio reale?
Sembrerebbe di sì, in quanto da una ricerca svolta da SOS Telefono Azzurro Onlus sembrerebbe che:
– il 17% dei ragazzi dichiari di non riuscire a staccarsi dallo smartphone/social
– 1 ragazzo su 4 dichiara di essere sempre online (il 25%!)
– 4 ragazzi su 5 chattano costantemente via Whatsapp (…cioè l’80%!)
– 1 ragazzo su 5 si sveglia di notte per controllare il telefono (20% circa).
Del resto basta camminare per strada e guardarsi intorno per osservare che non solo i ragazzi procedono con la testa china su vari schermi: forse gli adulti hanno conosciuto più gradualmente questa nuova realtà (si sa chi nasce dentro qualcosa la “fa sua” più velocemente!), tuttavia non sono stati meno catturati dal suo successo. E’ a partire dalla tenera età che i genitori per primi pongono nelle mani dei figli strumenti tecnologici. Ciò non è di per sé negativo, ma come ogni scelta ha dei pro e dei contro, che forse sarebbe bene conoscere per poter decidere più consapevolmente.
Partendo dai pro non si può negare che il web apra le porte a maggiori strumenti di conoscenza: con un clic sono a portata di mano riviste web, dizionari, giornali stranieri, siti dove esercitarsi con le lingue estere comunicazioni veloci. Si potrebbe andare avanti ancora per molto. Se vi è capitato di parlare con una persona anziana dell’argomento uno dei commenti fatti sarà stato che nella sua gioventù era inimmaginabile tutto questo: solo per accordare qualcosa con qualcuno o per trovare un’informazione si andava incontro a vere e proprie peripezie!
Poter entrare in contatto con molto materiale potrebbe inoltre innescare processi che conducono a maggiori capacità visive e di integrazione delle varie informazioni: una mente in via di sviluppo e costruzione viene infatti influenzata nella creazione delle proprie reti neuronali, nel rafforzamento di certe abilità grazie agli stimoli con cui si trova ad interagire, uno studio del 2013 sottolineava come un certo utilizzo di videogiochi favorisca le capacità di attenzione visuo-spaziali, Shirky sostiene per esempio che internet valorizzi il surplus cognitivo dato dalla necessità di interagire contemporaneamente con immagini, testi, video, ecc.
Veniamo invece ai lati negativi. In primo luogo la possibilità di pescare da un bacino di nozioni ciò che al moment ci serve può condurre ad una diminuzione delle capacità di memoria e di concentrazione: soprattutto tra la popolazione dei giovani viene a mancare il tempo dedicato a leggere libri, articoli, in favore invece di un sapere molto frammentato, dove si va a reperire solo quel pezzetto di informazione che serve nel qui ed ora e che spesso, velocemente come viene reperita, viene altrettanto velocemente dimenticata, perché lo smartphone sarà lì pronto, anche in un successivo momento in cui forse dovremo proprio ricercare quella stessa nozione.
Gli effetti sembrano non limitarsi al pensiero ma anche a parti più istintive di noi come i ritmi circadiani: le luci di smartphone, tablet, e via dicendo, sembrerebbero interferire con i segnali interni del corpo e con gli ormoni del sonno, facendo credere al cervello che sia ancora giorno e rendendo più difficile prendere sonno.
Sempre a livello fisico la testa piegata continuamente sullo schermo potrebbe anche favorire l’emergere di disturbi cervicali e dolori alla schiena, il tutto a causa della cattiva postura che si tende ad assumere per potersi continuamente concentrare sui dispositivi portatili.
E veniamo agli aspetti sociali ed emotivi: da alcuni studi sembrerebbe che l’utilizzo degli smartphone sia spesso funzionale all’evitamento di situazioni ansiogene ed emozioni negative. Di fatti la possibilità di utilizzare un “account”, un profilo sul web, non doversi cimentare di persona nelle relazioni taglia parzialmente crea una versione apparentemente “facilitata” delle relazioni, dove non “non ci si mette la faccia” in senso pratico ma anche in senso metaforico. Al tempo stesso, come una copertina di Linus, sembra che tenere con sé e poter utilizzare il proprio smartphone faccia entrare meno in contatto con le proprie emozioni negative, quasi come se il dispositivo mobile diventasse una sorta di rifugio virtuale in cui poter correre al riparo e “nascondersi” estraniandosi dal mondo circostante. Ciò può divenire potenzialmente pericoloso se si pensa a tutta quella fetta di soggetti che ha bassa autostima, che soffre di ansia o di depressione e ià i per sé tende a ritirarsi dalla scena del mondo reale.
E’ importante però sottolineare che lo smartphone non costituisce la ragione ultima cui imputare la colpa di questi comportamenti, ma un tramite, attraverso cui tali modi di affrontare la sofferenza, di ritirarsi, possono farsi sempre più evidenti.
In quanto ai genitori, che spesso mi chiedono “ma come si fa a togliere di mano questo benedetto/maledetto smartphone/tablet/…?” ciò che a me vien da dire è che forse ci concentriamo troppo sul come togliere e troppo poco sul cosa “dare”: se togliere di mano uno smartphone non è semplice, diviene non solo meno difficile, ma talvolta non necessario, nel momento in cui si propongano ai ragazzi esperienze nuove, gratificanti, quando li si mette nelle condizioni di avvicinarsi a qualcosa di interessante o diverso, che catturi la loro attenzione, che si avvicini alle corde più vibranti della loro personalità.
Dottoressa Azzali Sara
Psicologa e Psicoterapeuta a Fidenza e Parma
Hansraj K.K., (2014)Assessment of stresses in the cervical spine caused by posture and position of the head. Surgical technology international, vol. 25 p.277-9
King, S., Robinson, C. (2012). Do undergraduate students view calculator usage as a proxy for learning with understanding? British Journal of Educational Technology; 43 (3)
Shirky, C. (2011) Cog. nitive Surplus: Creativity and Generosity in a Connected Age Penguin Books.
http://www.azzurro.it/it/content/safer-internet-day-206-da-milano-telefono-azzurro-lancia-lallarme