Oggi ricorre la festa del papà. Cosa significa essere padre?
Il significato etimologico rimanda ad immagini potenti: “colui che protegge, che sostiene, che nutre la famiglia”.
La funzione paterna infatti entra in gioco un attimo dopo rispetto a quella materna che vive inizialmente un rapporto simbiotico col figlio,. Ed è proprio la figura paterna ad introdurre la presenza di una terza parte, di un mondo esterno che si fa spazio tra mamma e bambino.
Se le cure che materne assorbono totalmente (per lo meno inizialmente) quelle paterne portano in gioco la differenziazione. Ciò è fondamentale, ancorr più se consideriamo che ogni sistema vivente è un sistema “aperto” ossia vive una situazione di ”scambio” col mondo, a partire dalla cellula più piccola fino ai mammiferi.
Spesso mamme e papà confliggono sulla valutazione della pericolosità delle situazioni, su ciò che serve o meno al figlio: per quanto spinoso possa essere questo “scontro” il dialogo tra due diverse posizioni è fondamentale. Come una pianta si nutre sia di sole che di acqua, così un figlio si nutre di entrambe le funzioni. Il sole non può compensare l’acqua mancante così come l’acqua non basta se i raggi di sole non colpiscono mai le foglie.
Sottolineo che parlo di funzione paterna proprio perché non sempre questo aspetto si identifica e riassume nell’immagine di un uomo biologicamente genitore: a volte accade che la funzione paterna venga svolta da un nonno, un allenatore, dal compagno di mamma, a volte dalla mamma stessa.
E’ importante ragionare non solo per termini biologici ma anche per il significato psicologico che ha l’essere padre. E forse da qui si può cominciare a riconoscere l’enorme importanza di tutti coloro che aiutano i piccoli ad aprirsi al mondo.